Un trend che sembra non arrestarsi, basandosi su importanti vantaggi quali la sostenibilità e la sicurezza. un made in Italy che affascina tutti.

Se pensiamo al Neolitico e alle sue palafitte potremmo rimanere stupiti dal fatto che ai giorni d’oggi, in Italia, un’abitazione su 14 è costruita in legno. Ed è ancora più curioso il dato che evidenzia come questa tendenza non voglia arrestarsi ma, al contrario, trovi sempre maggior presa sul consumatore finale, il quale sembra voler tornare ad una scuola edile apparentemente “datata”.

Ma forse il dato emerso ci aiuta a capire maggiormente quello che davvero la natura e le sue materie prime possono ancora fare per l’uomo moderno, all’interno di un panorama che, nonostante l’industrializzazione ormai avanzata e la continua spinta tecnologica, presta sempre più attenzione all’ambiente che lo circonda e al benessere globale di individui ed ecosistema. E forse perché da sempre la Natura, con le sue regole e benefici, è la vera maestra dell’uomo sia antico che moderno, definendosi una reale e sempre nuova fonte di sostentamento e di benessere.

Stando quindi al 2° Rapporto Case ed Edifici in Legno presentato dal Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, il 7% sul totale dei permessi di costruire nel 2015 riguarda edifici, residenziali e non residenziali, realizzati in legno: 3.400 nuove abitazioni costruite con questo materiale per un valore di circa 696 milioni di euro. Basandosi sull’elaborazione di dati forniti dalle oltre 200 aziende coinvolte nell’indagine, il Rapporto fotografa e analizza il mercato proprio degli edifici in legno in Italia, evidenziando un significativo interesse da parte della domanda interna in netta crescita.

Oltre a questi dati non si dovrebbe dimenticare che l’Italia si è aggiudicata il quarto posto nel panorama europeo nella classifica dei Paesi produttori di edifici in legno, evidenziando una crescita superiore alla media.

Tutto questo deve ulteriormente essere letto partendo dal contesto da cui è tratto: nel 2015 il settore edile presentava ancora uno stato di impasse sintomo di un lungo periodo di sofferenza dovuta alla crisi economica e alla difficoltosa capacità di ripresa da parte delle aziende italiane del settore. È dunque un dato in forte controtendenza, che aumenta notevolmente l’importanza e la rilevanza che ne comporta e permette una visione più ottimista sul futuro del settore stesso. Una visione ottimista che trova conferma nei dati raccolti e lavorati ad inizio anno da Acimall (Associazione costruttori italiani di macchine e accessori per la lavorazione del legno), che vedono la produzione di tecnologia per la lavorazione del legno italiana a +10,4% di fatturato nel 2016 rispetto al 2015. Ciò presuppone, o quantomeno aiuta ad augurarsi, che sarà proprio il 2017 l’anno di svolta, in cui il nostro Paese potrebbe avviarsi verso la quarta rivoluzione industriale.

Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, a commento del Rapporto presentato, sottolinea come le nostre aziende hanno saputo raggiungere risultati altamente tecnologici in molti ambiti importanti rendendo il “made in Italy” ancora più innovativo e di qualità: “Quelli che leggiamo nel rapporto sono numeri significativi, ma ancor più importante è che confermano la capacità delle nostre imprese di proporre al mercato soluzioni in grado di raggiungere prestazioni eccezionali in termini di risparmio energetico, sostenibilità, sicurezza antisismica e competitività economica. Che si tratti di un edificio adibito a uso privato o di una struttura pubblica, il legno riesce a garantire tempistiche e risultati che lo pongono al di sopra di tutti gli altri materiali per costruzione. E non più solo in Italia. Come dimostra la ricerca presentata oggi, le case in legno “made in Italy” sono infatti sempre più apprezzate anche all’estero tant’è che l’export ha superato per la prima volta il livello dell’import.

Un “made in Italy” all’insegna della sostenibilità, del risparmio energetico e della sicurezza quindi, abbinato ad elevatissimi standard tecnologici e alla grande capacità tutta italiana di personalizzare al meglio l’offerta.

Ed importantissima è anche la rilevanza dei 3 poli industriali del settore che rispecchiano perfettamente i dati forniti dal Rapporto sulla distribuzione territoriale delle abitazioni: la Lombardia si conferma al primo posto con il 20% delle costruzioni realizzate, seguita dal Veneto (18%) e dall’Emilia Romagna (15%).

Anche Marco Vidoni, presidente Assolegno, commenta positivamente i dati presentati nel documento: “Ho fortemente voluto questa seconda edizione del rapporto perché ritengo fondamentale porre l’accento sull’importante contributo di ricerca e sviluppo che le nostre aziende stanno fornendo per realizzare edifici belli e sicuri in qualunque territorio vengano realizzati.

Ma tutto questo sembra essere dovuto principalmente alle caratteristiche intrinseche del legno stesso. La sua sostenibilità, sicurezza e versatilità lo rendono un materiale riciclabile che risponde al meglio, oltre all’esigenza di risparmiare energia, anche alle funzioni antisismiche rendendosi utile nell’ambito della sicurezza e della prevenzione, consentendo, inoltre, tempi di costruzione molto rapidi. Ciò ha permesso di esaudire nel miglior modo possibile le esigenze di una clientela sempre più attenta e soprattutto competente, dimostrando il successo dello sforzo delle imprese settoriali nazionali che in questi anni hanno investito molto in tecnologie per ottenere soluzioni sempre più performanti e adattabili ad ogni contesto.

Siamo quindi difronte ad una diffusione corposa di edifici in legno nelle nostre città, con esempi di palazzi multipiano da Milano a Roma, da Torino a Rimini, a Jesi. Opere edili che testimoniano lo spirito tutto italiano di fare di ogni necessità virtù, qualità di cui possiamo continuare ad essere assolutamente orgogliosi.

È dunque significativa e puntuale anche la battuta del presidente FederlegnoArredo E. Orsini, a seguito di quanto detto finora:

Chi l’avrebbe mai detto, solo pochi anni fa, che saremmo riusciti a vendere case in legno ai tedeschi?