Un mito da sfatare, un aspetto importante da evidenziare: quando la certificazione diventa criterio di scelta responsabile.
Siamo sinceri, spesso sentendo parlare di costruzioni o opere in legno, ci sentiamo in qualche modo responsabili e colpevoli del feroce disboscamento incontrollato del nostro Pianeta di cui la maestra a scuola o i nostri genitori ci parlavano da piccoli. Un seppur istantaneo senso di colpa ci assale al pensiero del tempo immemore che l’uomo ha passato a rifornirsi di una materia prima così importante, causando disastri ecologici di cui temere gli effetti e di cui abbiamo sentito spesso parlare.
E per questo motivo, molto probabilmente, davanti alla scelta di ipotetici infissi o serramenti, siamo portati a prediligere materiali industriali come il PVC, apparentemente privo di colpe e più economico, rispetto al legno vero e proprio, vittima dell’ingordigia umana e ovviamente più costoso. Ma siamo sicuri che non stiamo credendo in una vera e propria leggenda metropolitana?
La verità è che effettivamente ci stiamo sbagliando. E non di poco.
Negli ultimi 20 anni, infatti, i consumatori, e più in generale l’opinione pubblica, hanno mostrato un profondo interesse verso la possibilità di risalire all’origine del legname utilizzato per la creazione del prodotto finale ed una conseguente predilezione verso quel materiale proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, sia da un punto di vista ecologico quanto economico e sociale. Da qui la nascita di organizzazioni non governative internazionali, come il Forest Stewardship Council (FSC – in italiano “Comitato per la gestione delle Foreste”), non a scopo di lucro. Nel 1990, in California, una squadra di produttori e consorzi attivi nel settore si trovarono d’accordo sulla necessità di stabilire un criterio per la gestione sostenibile delle foreste. Tre anni più tardi nasceva il FSC che per primo ha definito un sistema di certificazione volontario e indipendente, specifico per il settore forestale e i prodotti legnosi, operante a livello internazionale.
Lo scopo, quindi, è quello di tutelare le foreste facendo in modo che vengano sfruttate in maniera sostenibile imponendo una serie di rigidi criteri da rispettare. Per il FSC la gestione delle foreste non solo deve essere rispettosa dell’ambiente ma anche:
- Socialmente utile: la raccolta del legno deve rappresentare un vantaggio sociale, lavorativo ed economico per le popolazioni locali.
- Economicamente sostenibile: il profitto che se ne ricava non deve nuocere o avvenire a scapito della risorsa forestale né tantomeno delle popolazioni interessate.
Per questi motivi l’Ong FSC è governata da un organo decisionale sovrano suddiviso in 3 camere: una rappresenta gli interessi ambientali, una quelli sociali, una gli interessi economici, in cui il potere di voto è equamente distribuito e tiene conto del bilanciamento degli interessi dei Paesi del Sud del mondo rispetto a quelli del Nord.
Concretamente questa Organizzazione è riuscita ad individuare 10 Principi & 56 Criteri (P&C) che devono essere assolutamente rispettati per certificare la gestione sostenibile di una foresta o di una piantagione forestale. Naturalmente, essi devono essere adattati alle condizioni locali, tenendo conto delle numerose differenze che possono esserci tra le varie unità forestali nel mondo.
Il marchio certificato FSC® si riferisce a tutti i prodotti di origine forestale quali il legno (tondame, segnati, tranciati, legna da ardere, cippato, ecc.) e prodotti a base di legno (pannelli, mobili, cornici, pellet, ecc.), ma anche derivati del legno come la pasta di cellulosa e la carta. Possono anche essere certificati FSC® i prodotti forestali non legnosi quali funghi, miele, frutti di bosco, gomme, resine, sughero, ecc. purché provenienti ovviamente da foreste correttamente gestite e conseguentemente certificate.
FSC Italia, con sede a Padova, nasce nel 2001 e viene riconosciuta ufficialmente da FSC come iniziativa nazionale nel 2002. Essa opera in accordo con gli obiettivi e la missione di FSC International per stimolare la diffusione della certificazione anche nel nostro Paese. (Approfondimento: “I principi e criteri del Forest Stewardship Council (FSC) per la gestione forestale responsabile“, Forest Stewardship Council – Gruppo FSC-Italia).
A supporto di questa mission divenuta molto importante esiste anche il PEFC, Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale), sviluppato nel 1998 da proprietari forestali e dell’industria del legno europei per facilitare il mutuo riconoscimento degli schemi di certificazione forestali già esistenti.
Il PEFC propone criteri e indicatori che partono dalle difficoltà emerse nell’individuare uno strumento idoneo a rispondere in modo soddisfacente alle peculiari situazioni del contesto europeo e dall’esigenza dei proprietari privati di disporre di uno strumento flessibile e rispondente alla necessità di attuare una gestione ecologicamente appropriata, ma anche mirata al conseguimento di benefici sociali ed economicamente valida. Esso si pone quindi come efficace alternativa rispetto ai sistemi di certificazione esistenti, primo fra tutti il FSC, ritenuto poco adeguato soprattutto nel caso di proprietà forestali di piccole dimensioni.
Nel 1993, durante la Conferenza Ministeriale per la Protezione delle Foreste in Europa, viene adottata la definizione corrente di gestione forestale sostenibile: “la gestione e l’uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo che consentano di mantenerne la biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e potenzialità di adempiere, ora e nel futuro, a rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale, senza comportare danni ad altri ecosistemi.”
Sono ormai venti anni, quindi, che l’utilizzo della foresta si è evoluto verso criteri di sostenibilità, richiedendo una certificazione sempre più puntuale e completa. Per sfatare ulteriormente il mito del disboscamento feroce in presenza di prodotti in legno è utile sottolineare anche le indagini della FAO che dimostrano come in Europa la massa forestale sia in costante crescita ed evidenziano che nei Paesi tropicali la perdita di foresta, seppur molto diminuita negli ultimi anni, è dovuta per l’80% dall’estensione agricola e dai fenomeni naturali.
Dati dell’Osservatorio IPSOS hanno evidenziato anche che, in tema di acquisti, molti consumatori dichiarano la propria disponibilità a spendere anche il 20% in più per prodotti che siano eco-attenti.
Dunque il legno rimane la materia prima per eccellenza, grazie al suo limitatissimo inquinamento durante la lavorazione, al fatto che può essere prodotto, ripristinato, smaltito e riutilizzato in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante. Possiamo quindi tornare a dormire tranquilli, anche con serramenti o infissi in legno.
…Lo sapevi che?
Nell’ottica della gestione sostenibile delle foreste, il rapporto tra le piante adulte, che vengono tagliate, e quelle giovani, che vengono piantate, viene mantenuto costante garantendo così l’equilibrio ambientale. In più, è da sottolineare il fatto che le piante giovani, rispetto a quelle più mature, consentono un apporto maggiore di ossigeno trattenendo CO2.